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I Capone fanno scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere alle accuse

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CASERTA – I Capone (padre e figlio) accusati del tentato omicidio di un 41enne, attinto a Caserta da diverse coltellate dopo una lite con i fratelli Rondinone

Il ras dei Belforte sul Capoluogo insieme al figlio Raffaele, ristretti in due carceri diversi ed assistiti dall’avvocato Francesco Liguori, si sono presentati in videocollegamento all’appuntamento con il giudice dopo l’arresto dei giorni scorsi.

Tutto è durato lo spazio di pochi minuti, il tempo di prendere la parola e comunicare la loro volontà di non rispondere alle domande, di non chiarire nulla, di non parlare. Restano, dunque, in carcere, per il momento.

Secondo quanto ricostruito i fratelli Rondinone, di 41 anni, e  di 38, la sera del 22 settembre si recarono sotto casa di Giovanni Capone per vendicare un affronto fatto dal figlio, Raffaele, al loro padre Tony

Dopo una prima lite al parco Santa Rosalia, Giovanni e Raffaele Capone riuscirono a mettere in fuga i Rondinone. Ma non si limitarono a quello.

Li inseguirono con l’intenzione di aggredirli. I due fratelli vennero raggiunti in via Ruggiero, nei pressi di un supermercato, dove uno di loro venne attinto da diverse coltellate. Nel corso della lite rimasero feriti, anche se lievemente, sia il fratello dell’accoltellato sia Giovanni Capone.

 

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