Comune di Caserta – Per la sua difesa per la difesa, del proprio operato e della propria persona l’avv.to Carlo Marino, primo cittadino sino al decreto di proscioglimento ha voluto e nominato suo nipote nonchè ex socio di Studio, l’ avvocato penalistaVincenzo Iorio nominato, a poche ore dallo scioglimento comunale per infiltrazioni mafiose, nel CdA del Distretto Regio Caserta C01
Ma cerchiamo di delineare un quadro più preciso.
Siamo di fronte a una vicenda che intreccia politica, amministrazione pubblica, giustizia e dinamiche clientelari piuttosto evidenti.
Ecco un breve riassunto dei punti salienti, ed un quadro dei fatti.
Il Contesto
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Carlo Marino, ex sindaco di Caserta, la cui amministrazione è stata sciolta per condizionamenti da parte della criminalità organizzata.
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Vincenzo Iorio, suo socio e avvocato, nominato presidente del CdA del Distretto Regio Caserta C01 (che gestisce servizi sociali per Caserta e altri comuni).
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La nomina appare come una mossa per mantenere il controllo, seppur indirettamente, su un settore strategico e ricco di fondi pubblici: il Terzo Settore.
Le Assunzioni Contestate
Tre nomi emergono da una graduatoria concorsuale datata 2022:
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Angelica Lanzante, compagna del segretario comunale Massi – già assunta nella K-City, società che gestisce le strisce blu.
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Luana Picazio, moglie di Antonio Melone, ex controllore del settore rifiuti per conto di Marino – coinvolta in un’intercettazione relativa a un’indagine antimafia.
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Marco Cicia, ragioniere, legato alla famiglia Cicia, fornitori del Comune.
I Nodi Critici
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La natura delle nomine: formalmente regolari, ma fortemente indiziate di clientelismo.
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Le interferenze politiche e i legami personali dietro le selezioni.
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La continuità del potere nonostante lo scioglimento dell’amministrazione, che invece avrebbe dovuto segnare una discontinuità gestionale.
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La posizione della magistratura, che finora non ha formalmente indagato Carlo Marino, ma il quadro resta denso di ombre.
Le Implicazioni
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Il settore dei Servizi Sociali, cruciale per la gestione del welfare e dei fondi europei/PON inclusione, potrebbe essere ancora sotto l’influenza di reti politiche e familiari.
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Il rischio è che la legalità formale copra un sostanziale abuso di potere, con l’assegnazione di ruoli pubblici guidata da logiche di fedeltà piuttosto che di merito.
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