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L’ANNATA TRAGICA IN F. UNO DEL 1982

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di GIANCLAUDIO DE ZOTTIS

 

FORMULA UNO AMARCORD – L’ annata di F. Uno del 1982, è stata un’annata funesta tragica, con due incidenti tragici che hanno coinvolto i due alfieri o piloti in rosso Gilles Villeneuve e Didier Pironi suo compagno di squadra.

Ma andiamo con ordine…per la cronaca Keke Rosberg,  papà di Nico vinse il suo primo ed unico campionato piloti,  mentre il titolo Costruttori andò alla Ferrari, un titolo, siamo sicuri a Maranello non ricordano con piacere. Il 1982 comincia tra le polemiche, i piloti non sono contenti delle nuove monoposto e della componente aerodinamica che vede nell’evoluzione dell’effetto suolo la sua massima espressione. Le monoposto sono nella loro completa interezza una unica gigante ala rovesciata in grado di poter viaggiare anche in una galleria a testa in giù. Questo cambia radicalmente il modo di guidare le monoposto. Non c’è più spazio per l’improvvisazione, le vetture devono stare tutte sullo stesso binario, basta anche un piccolo angolo di traverso per disturbare il flusso aerodinamico. Per non dire del pericolo se dovessero alzarsi di pochi millimetri o peggio andare in testacoda. Il decollo era garantito.

Gente come Villeneuve hanno sempre fatto la differenza guidando le vetture oltre la traiettoria ideale,  ora si trovano a guidare auto piatte come Go-Kart, cosa che avvantaggia i piloti di recente formazione che arrivano da questa particolare categoria addestrativa. In Sud Africa i piloti minacciano lo sciopero, una protesta che muore prima della gara. Jean Marie Balestre, capo della FISA ( Federation Internationale Sport dè l’Automobile) un uomo che aveva la rara capacità di stare sulle palle a tutti, ma proprio tutti, decide di usare la tattica del pugno duro e punire il tentativo di protesta stracciando la super licenza a tutti i piloti. Il tempo di capire che senza piloti non si correva nessun mondiale che Balestre ritirò la minaccia. Quindi, dopo una serie di minacce a vuoto da parte di tutti partiva il Gp del Sud Africa. Vince a sorpresa Alain Prost su Renault RS30B. Il secondo Gp è quello del Brasile.

Il mondiale dopo le prime tappe anche in terra Americana si giunge in Europa, in Italia per l’esattezza in Romagna per il Gran Premio di San Marino ad Imola, circuito intitolato ad Enzo e Dino Ferrari con la spinosa questione del Gran premio del Brasile ancora aperta. La FISA risolve il problema respingendo il ricorso dei team Britannici confermando la vittoria di Prost. La cosa non va giù ai componenti della FOCA. Lo sciopero non è più una minaccia. I team di Brabham, McLaren, Williams, Lotus, Ensign, Fittipaldi, Ligier ed Arrows, diserteranno il Gran Premio di San Marino. In griglia di partenza c’erano Ferrari, Alfa Romeo, Tyrrel, Toleman, ATS ed Osella e un’indecisa Renault che vorrebbe correre con una sola macchina per non scontentare nessuno. La Renault ci ripensa e occupa tutta la prima fila nelle qualifiche.

La gioia francese dura poco. Le Renault devono lasciare spazio alle Ferrari per problemi tecnici. Villeneuve e Pironi danno spettacolo duellando tra di loro, infiammando il pubblico.  Imola era una pista dura per i consumi. Il muretto box mostra il cartello SLOW (predenza, piano) al passaggio della monoposto 27.  Villeneuve rallenta, fiducioso che il team debba restituire ciò che lui fece all’epoca del mondiale di Jodi Scheckter nel 1979. Il suo compagno,  Pironi non era d’accordo interpreta il cartello a modo suo. Sorpassa Villeneuve, il canadese non risponde, pensa che il compagno gli lascerà la posizione, che il team dia indicazioni, ma nulla  dopo sorpassi e controsorpassi, e l’inaspettato attacco di Pironi, la gara finisce con il francese che fa uno sgarbo che resterà nella storia della F1 vincendo la Gara sopravanzando il canadese proprio all’ultimo giro e tagliando il traguardo davanti. Sul podio il risentimento, la rabbia di Villeneuve è tanta che lascia coppa e lo champagne (non voleva prender parte alla cerimonia del podio), abbandonando quello che sarà chiamato il podio maledetto. Al terzo posto infatti c’era la giovane promessa italiana Michele Alboreto con la Tyrrel terzo. A risolvere la guerra tra FISA e la Foca non fu il presidente Balestre, ma il potere politico della Ferrari. Il DS spotivo Marco Piccinini, per conto del Commendatore in persona, trovò un accordo tra le parti che evitò nelle gare future un altro sciopero. Giusto per capire la differenza di peso politico rispetto ad oggi del team di Maranello!

Quello che segue dopo lo sgarbo di Imola, è la peggiore gestione di una rivalità tra piloti che la storia della Formula 1 possa ricordare. Il team non fa quadrato intorno a Villeneuve. Le voci di una partenza del canadese, già corteggiato da McLaren prendono sempre più piede gettando benzina sul fuoco. La Ferrari assume una posizione neutrale, sarà la pista a decidere.  Villeneuve, rilascia una intervista al direttore di Autosprint , Marcello Sabbatini,  dove spiega tutte le sue motivazioni. Dichiarazioni che gettarono che alimentano la tempesta perfetta. A Zolder, In Belgio, la Ferrari è favorita. Sembra che sia la macchina giusta per vincere il mondiale 1982, ma non si è stabilita una gerarchia interna al team. Il problema va risolto in pista a suon di prestazioni e giri veloci fin dalle prove libere. Villeneuve è sempre al limite per ogni giro (lui guidava così, era così), non ha più gomme nuove, non avrebbe senso uscire ancora a fine sessione, ma deve battere Pironi il canadese era accecato dalla rabbia. Sulla sua strada trova la monoposto lenta di Jochen Mass. Il Canadese non rallenta, gli sale letteralmente addosso la Ferrari dopo aver urtato la posteriore destra di Mass decolla e fa due avvitamenti della morte su sè stessa un incidente pauroso in diretta LIVE trasmesso dalla Tv. La monoposto dell’aviatore vola. Villeneuve perde la vita scaraventato fuori dalla sua Ferrari con tutto il suo sedile terminerà il volo nelle reti di protezione laterali alla pista. Non era la prima volta che l’aviatore volava, ma stavolta sarebbe stata l’ultima. Inutili tutti i soccorsi e i tentativi di rianimarlo. Il Gran Premio come sempre si svolse. La Ferrari ritirò la seconda macchina per lutto. La vittoria andò al mago delle rimonte John Watson con la McLaren ma la voglia di festeggiare era poca.

 

Il mondiale di Formula 1 va avanti. Lo spettacolo che non si deve fermare (the show must go on recita una nota canzone dei Queen) e così sarà.  Sui due tracciati cittadini che seguono, Monaco e Detroit vincono i motori aspirati con il nostro Riccardo Patrese ed ancora John Watson. A quell’epoca si correva con due tipologie di motorizzazione. Aspirata con cilindrata di 3.5 litri e Turbo da 1.5 litri. Per altri anni la FISA provò a limitare lo strapotere dei neo nati motori TURBO tenendo in vita con improbabili bilancio della potenza i motori aspirati per i piccoli e medi team. Inizialmente i motori aspirati potevano ancora reggere il passo sui tracciati cittadini, ma la potenza dei turbo li avrebbe schiacciati di lui a poco. Le due vittorie dell’82 furono solo un  prolungamento di una lenta agonia. Il 1982 fu un anno funesto. Nel Gran Premio del Canada, il giovane Italiano Riccardo Paletti al volante della sua Osella, perse la vita centrando in pieno la monoposto di Pironi piantatosi alla partenza proprio davanti agli occhi devastati della madre.

 

Ma non è tutto a corollario o contorno di quest’annata maledetta ecco l’incidente anche a Didier Pironi il pilota Ferrari rimasto superstite raggiunse la testa del mondiale grazie ai suoi buoni piazzamenti, testa del mondiale davanti al finlandese Keke Rosberg.

Ma il destino ha molta più fantasia di quello che l’uomo crede, la sorte colpisce il traditore in rosso Pironi ecco la narrazione dei fatti incredibile in terra tedesca ad Hockenheim:  Sul tracciato di Hockenheim sempre nelle prove libere, la Ferrari di Didier Pironi andò a sbattere contro la monoposto di Alain Prost centrandola in pieno. L’ennesima vettura ferma in pista per problemi tecnici. La Ferrari 126C2 del Francese non decollò, ma le conseguenze per il pilota della Ferrari furono comunque gravi al punto da tenerlo lontano dalle corse per sempre per lui frattura delle gambe. Morirà anni dopo  nel 1987, mentre era alla guida di un motoscafo nelle categoria Off-Shore. Il ritiro di Pironi, mise praticamente la parola fine sulle speranze di Maranello di vincere il titolo mondiale piloti, lasciando aperta la lotta per il titolo costruttori. A sostituire la coppia Ferrari furono chiamati, Patrik Tambay e Mario Andretti. In Austria vince il nostro Elio De Angelis con la Lotus a raccogliere il trofeo del vincitore. La svolta per il mondale piloti si ebbe sul tracciato di Digione con la vittoria di Keke Rosberg con la Williams. Il pilota Svedese era il più regolare fino a quel momento. Anche con una sola affermazione, grazie ai piazzamenti lo mise nella condizione ideale per puntare al titolo che alla fine farà suo data anche l’assenza forzata di Pironi che era finito praticamente su una sedia a rotelle.

Nel riquadro l’off shore ribaltatosi di Pironi nel 1987 incidente che porterà via l’ex pilota di Formula Uno.

 

Una curiosità Rosberg vincerà il mondiale  e sarà, copiato da suo figlio Nico su Mercedes vincerà il mondiale contro Hamilton nell’anno 2016 è la seconda volta che un pilota figlio d’arte vincerà il mondiale come il papà, il primo fu Damon Hill figlio di Graham nel 1996 contro Schumacher.

 

Il campionato del 1982 è stata la stagione che in assoluto ebbe più vincitori diversi. Anche Michele Alboreto ebbe il suo momento di gloria con la Tyrrel sul tracciato di Las Vegas valido per il Gp degli USA OVEST. Alla fine si avranno ben 11 piloti vittoriosi diversi.  A voler essere assolutamente ottimisti, si può dire che nel 1982, fù un ottimo anno per l’automobilismo italiano con tre affermazioni dei nostri talenti.  Per vedere un italiano oggi in F1 bisogna affidarsi alle grazie di Ferrari, anche se la casa di Maranello non ha mai nascosto la sua esterofilia piloti italiani sono pochi, rare eccezioni (Ascari, Alboreto, Capelli, Fisichella) ed alle speranze nella gestione di Sauber! La Ferrari vinse il campionato costruttori, magra consolazione. Sembrò quasi che la dea bendata abbia voluto prendersi gioco della Ferrari. Una sorta di punizione divina per la pessima gestione dei due piloti! Per anni i tifosi della Rossa, gli addetti ai lavori, hanno rimosso dalla mente il mondiale costruttori del 1982. Quando Michael Schumacher riportò il titolo a Maranello si faceva sempre riferimento al campionato piloti vinto nel 1979, quasi a voler cancellare una delle pagine più tristi della Formula 1.

 

Sotto qualche scatto della tragica e maledetta annata 1982

 

 

 

 

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