Non usate l’alluminio per avvolgere cibo per i bimbi”: l’allarme del Ministero della Salute

La carta stagnola a contatto con gli alimenti è tossica. A ribadirlo è un documento del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa), pubblicato sul portale del Ministero della Salute nel quale si legge che l’alluminio presente nelle vaschette metalliche e nei fogli utilizzati per conservare e cuocere cibi può migrare negli alimenti e accumularsi…

La carta stagnola a contatto con gli alimenti è tossica. A ribadirlo è un documento del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa), pubblicato sul portale del Ministero della Salute nel quale si legge che l’alluminio presente nelle vaschette metalliche e nei fogli utilizzati per conservare e cuocere cibi può migrare negli alimenti e accumularsi nel cervello e ossa, provocando la perdita della funzione intellettuale.

“Non incartate panini nell’alluminio”

Il “potenziale rischio per la salute è soprattutto per le fasce vulnerabili della popolazione”, in particolare bimbi e donne in gravidanza. Sull’argomento è intervenuto anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: “Bisogna informare la popolazione e quindi sul sito del ministero saranno presenti indicazioni su come e quando usare questo metallo in cucina. Per esempio, non tenere incartato per ore nei fogli di alluminio il panino del vostro bambino”. Il viceministro fa un appello anche alle aziende che producono la carta d’alluminio: “Serve l’aiuto di tutti perché un utilizzo sbagliato può nuocere alla salute. Inoltre, il ministero ha scritto alla Commissione europea per portare questa problematica nelle riunioni sulla sicurezza alimentare”.

Le dosi tollerate

Il comitato ha rivalutato la problematica già esaminata nel parere “Esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare” risalente al 2017, alla luce dei risultati di nuovi studi svolti dall’Istituto Superiore di Sanità. Come affermato nel precedente parere, la via primaria di esposizione all’alluminio per la popolazione generale resta quella alimentare. Già nel 2008 l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) ha definito una dose settimanale tollerabile pari a 20 per un bambino di 20 kg e 70 mg per un adulto di 70 kg.

Più a rischio bimbi e donne in gravidanza

I dati scaturiti dagli studi condotti negli Stati membri, “indicano una significativa probabilità di superamento di tale dose nei bambini e nei giovani poiché maggiormente esposti all’alluminio contenuto negli alimenti”. Mentre “le fasce di età superiori risultano meno esposte sia per le diverse abitudini alimentari sia per il minore rapporto consumo di cibo/peso corporeo”. I diversi tipi di alimenti e condimenti, inoltre, favoriscono la migrazione, in particolari quelli acidi, come il succo di limone.

L’importanza dell’uso di materiali alternativi

Il Comitato auspica pertanto, “l’elaborazione sia di un piano di monitoraggio relativo alla presenza e rilascio di alluminio dai materiali a contatto, sia idonee modalità di informazione del rischio rivolte ai cittadini e alle imprese”. Sottolinea l’importanza dell’uso di materiali alternativi o leghe “che minimizzino la cessione”, nonché la “definizione di un piano nazionale” e particolare attenzione al “rischio di patologie, come quelle neurologiche o ossee, anche attraverso uno studio osservazionale caso-controllo”.

Meglio evitarne il consumo

L’alluminio è un veleno protoplasmatico e una neurotossina perniciosa e persistente. Nessun sistema vivente utilizza l’alluminio per i processi biochimici. In condizioni normali molto meno tossico del mercurio, arsenico, piombo o cadmio, ma è molto più comune nel nostro ambiente, e sembra anche essere più persistente rispetto alla maggior parte degli altri veleni metallici. Il pericolo è quello che si manifesta solo nei periodi di tempo lunghi. È quindi prudente evitarne il consumo. Non usarlo è attualmente il miglior modo per proteggerci dai gravi danni a lungo termine che possono derivare dalla ingestione.

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