Piantare un albero per ogni nuovo nato, obbligo non rispettato

Con il crescente problema del cambiamento climatico e delle conseguenze negative dell’inquinamento ambientale, guadagnare degli spazi verdi all’interno degli agglomerati urbani delle grandi città inizia a divenire una emergenza sempre più pressante; difatti, la piantumazione degli alberi nei centri urbani non soltanto aiuta ad assorbire correttamente l’anidride carbonica nell’atmosfera, ma diminuisce anche la temperatura percepita, sempre più…

Con il crescente problema del cambiamento climatico e delle conseguenze negative dell’inquinamento ambientale, guadagnare degli spazi verdi all’interno degli agglomerati urbani delle grandi città inizia a divenire una emergenza sempre più pressante; difatti, la piantumazione degli alberi nei centri urbani non soltanto aiuta ad assorbire correttamente l’anidride carbonica nell’atmosfera, ma diminuisce anche la temperatura percepita, sempre più elevata nei mesi più caldi dell’anno.

Nel nostro paese esiste una legge datata al 1992 che prevede di migliorare gli spazi verdi all’interno di ogni comune italiano; questa legislazione corrisponde alla Legge Cossiga-Andreotti n.113 del 29 gennaio 1992, che a suo tempo prevedeva l’obbligo di piantare un albero ogni nuovo nato nei comuni con popolazione pari o superiore ai 15.000 abitanti. Molti dei comuni italiani però non hanno applicato questa legge, forse anche a causa della mancanza di sanzioni adeguate.

Ma un nuovo disegno di legge del 2018 ha riproposto le fondamenta legislative della Legge Cossiga-Andreotti, ampliandola e riadattandola alle necessita del nuovo millennio in tema di preoccupazioni ambientali: il Disegno di Legge Moronese- Nugnes prevede la piantumazione di un albero per ogni nuovo nato in comuni di densità abitativa pari o superiori a 5.000 abitanti, obbligo di piantumazione che si estende anche ad ogni cittadino che perde la vita prima dei 50 anni.

Come prevede il nuovo disegno di legge del 2018, queste piantumazioni devono avvenire in zone urbane ad alta densità o in aree degradate dove l’opera dell’uomo ha gravemente ferito la paesaggistica o le sue risorse naturali.

Con la speranza che questo disegno possa celermente diventare legge effettiva, e che vengano ripristinati controlli e sanzioni più efficaci a tutti quei comuni italiani che nei decenni passati non hanno messo in pratica la precedente legge sugli spazi verdi.

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