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PROCESSO IN CORSO A S.MARIA CAPUA VETERE

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Gli scavi nel centro storico di Caserta provocarono una rivolta tra i cittadini che indignati per i lavori in corso, in un edificio storico come Palazzo Alois, istituirono un Comitato No Park, affidando all’ ingegnere Antonio Vecchione, titolare di uno studio di progettazione architettonica e strutturale, una verifica sulla legittimità e la fattibilità del progetto, ma l’ avvocato Mauro Iodice, difensore dell’ architetto Pietro Nocera, ha contestato durante il controesame che l’ ingegnere non si sarebbe mai procurato gli atti in Comune, e che non avrebbe mai preso atto dell’ esistenza di un Piano parcheggi approvato dal Consiglio comunale di Caserta.

Il teste, chiamato a deporre dal pm della Dda Fabrizio Vanorio, ha invece fatto riferimento ad un Piano di recupero del centro storico che parcellizzava l’ unità minima di intervento che riguardava manutenzione ordinaria, straordinaria e restauro del 2002, modificato 10 anni dopo. Inoltre il Piano sarebbe stato privo di criteri sulla modalità di gestione, su convenzione e tariffe. Tre i piani interrati: il primo con 132 posti ad uso autorimessa, il secondo con 102 box e il terzo con 103 box ad uso pertinenziale. Il teste ha riferito che inizialmente il piano prevedeva che il 70% dei posti fosse a rotazione e il 30% di box privati, successivamente la percentuale fu ribaltata lasciando meno di un terzo di parcheggio pubblico. Nella prossima udienza, è prevista la deposizione dell’ ingegnere Giuseppe Messina, presidente del comitato.

Il pm ha chiesto di acquisire le dichiarazioni dei pentiti Massimiliano Caterino, di Cesare Tavoletta, Cipriano D’Alessandro e Francesco Diana. Davanti alla seconda sezione collegi B, presidente Sergio Enea, sono imputati Francesco Biondi, Pietro Nocera, Teresa Capaldo, Fabio Fontana, Michele Zagaria e Gaetano Riccardi, difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato, Mauro Iodice, Paolo Di Furia, Giovanni Cantelli, Vincenzo Di Vaio, Emilio Martino, Stefano Montone e Alessandro Barbieri.

  
     
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