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STIPENDI PER I MEDICI TROPPO BASSI LE DENUNCE

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REGIONALE – “Basta chiacchiere, meno burocrazia e più soldi, sono la premessa per ogni tipo di riforma”. È quanto afferma il segretario regionale FMT Campania, il dottor Vincenzo Morante, in linea con UIL FPL nazionale. Il dottor Morante, anche responsabile nazionale del dipartimento medicina del territorio in UIL FPL, insieme ai segretari provinciali di FMT Campania (per Napoli, il dottor Salvatore Caiazza, per Caserta il dottor Pasquale Persico, per Benevento il dottor Alessandro Martone, per Avellino, il dottor Carlo Spagnoletti e per Salerno, il dottor Antonio Ricciardi ) denunciano le criticità basilari del sistema sanitario nazionale anche in Campania.

“A questo si aggiunge il problema di stipendi di fatto fermi a 30 anni fa – continua il dottor Morante- in Europa, i medici italiani percepiscono gli stipendi più bassi.”

Stabilire una linea guida è essenziale affinché i piani terapeutici non debbano essere definiti per decreto, ma essere relegati alla responsabilità dei medici in rapporto ai propri pazienti. Un altro tassello su cui bisogna insistere è di stabilire un’adeguata remunerazione, è importante motivare i medici, chiamati ad alte responsabilità, con il giusto supporto economico, premessa fondante per evitare che scelgano il sistema privato a scapito di quello pubblico.

Come se la confusione non regnasse già sovrana, si mescolano  anche i ruoli istituzionali con quelli sindacali: il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici-Chirurghi ed Odontoiatri (FNOMCeO) prima, e qualche Presidente provinciale di Ordine dei Medici entrano nel dibattito sulla questione contrattuale.

l Dr. Caiazza ricorda che il ruolo degli Ordini è tutt altro: “facendo riferimento alla natura giuridica degli Ordini, che non sono stati scelti per rappresentare istanze lavorative o sindacali, ma per garantire adeguata funzione di controllo amministrativo, tali Istituzioni, organi sussidiari dello Stato, assolutamente non sono autorizzati a svolgere attività sindacale. Infatti, con la sentenza della Corte di Appello di Salerno Sent. n. 758/17 sulla Natura giuridica degli Ordini professionali.”

Gli Ordini professionali, continua Caiazza,  possono qualificarsi come centri di potere amministrativo ai quali lo Stato attribuisce la possibilità di perseguire, sulla base di scelte autonome ma non per questo esenti da controlli, obiettivi di interesse della comunità oltre che della consociazione. Tali enti sono soggetti alla disciplina legislativa generale per quanto attiene al regime degli atti che emanano nell’esercizio delle loro potestà pubblicistiche; al contempo, però, godono di una estesa autonomia, come riflesso della loro natura associativa. Si tratta però di autonomia normativa ed autodichiarata, là dove vi è attribuzione di funzioni giurisdizionali; di autonomia amministrativa ed organizzativa, per la capacità degli Ordini di provvedere da se stessi alla propria amministrazione; di autonomia finanziaria, per la caratteristica che è propria degli Ordini di non gravare sulla spesa pubblica generale, ma di finanziarsi integralmente attraverso i contributi degli iscritti. Ciò detto, in tema di reati contro la P.A., gli Ordini professionali devono ritenersi enti pubblici deputati alla tutela degli interessi della categoria che rappresentano, e conseguentemente il direttore amministrativo e l’impiegato di uno dei suddetti Ordini possono assumere la qualifica di pubblico ufficiale.

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