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Totò û curtu, capo dei capi è deceduto alle 3,37

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Era ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale Maggiore di Parma, in regime di 41 bis (il carcere duro per i reclusi più pericolosi) ormai da 24 anni, dove stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi.

Ieri aveva compiuto 87 anni. Operato due volte nelle scorse settimane, dopo l’ultimo intervento era entrato in coma. La Procura di Parma ha disposto l’autopsia sulla salma perché, ha spiegato il procuratore Antonio Rustico, il decesso è avvenuto in ambiente carcerario e quindi richiede completezza di accertamenti, a garanzia di tutti”.  Le condizioni cliniche del boss si sono ulteriormente aggravate e poi sono precipitate una decina di giorni fa, quando dal reparto detenuti dell’ospedale Maggiore è stato trasferito in terapia intensiva-rianimazione, dove è rimasto fino alla morte. I familiari del boss Totò Riina non sono riusciti a incontrarlo prima che morisse nonostante il permesso straordinario ricevuto dal ministro della Giustizia che aveva autorizzato la visita. 

A poche ore dalla notizia della morte di Totò Riina proliferano sui social network post e pagine di commiato al capo dei capi. Per centinaia di utenti non se ne è andata “la belva” che voleva uccidere i parenti dei pentiti, compresi donne e bambini. Non è morto lo stragista condannato per Capaci, via D’Amelio, viale Lazio, Via dei Georgofili, per la strage di Pizzolungo

“Io ho fatto sempre l’uomo d’onore, la persona seria”, diceva. E ancora: “Io sono un gran pensante. Io sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto”.

A febbraio scorso, parlando con la moglie in carcere diceva: “sono sempre Totò Riina, farei anche 3.000 anni di carcere”. L’ultimo processo a suo carico, ancora in corso, era quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, in cui è imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato. Ieri, nel giorno del suo 87esimo compleanno, il figlio Giuseppe Salvatore, che ha scontato una pena di 8 anni per mafia, ha pubblicato un post di auguri su FB per il padre.

“Il portavoce della Cei ha detto con chiarezza che non è ipotizzabile che il funerale di Totò Riina sia pubblico. Per il resto mi auguro che la sua morte non voglia dire un abbassare la guardia rispetto a un problema grosso che evidentemente dietro e accanto a Riina ne ha tantissimi altri. Non ci sarà un funerale pubblico”. Queste le parole di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, a margine di un convegno a Bologna sul tema delle migrazioni.

 

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