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Casertana, la situazione stavolta è davvero seria.

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Se questo giornale, che non segue quotidianamente le vicende della Casertana, decide di occuparsene, è perché non siamo abituati a dare agio e avendo sentore anticipato di chi ci potrebbe deludere e prendere per i fondelli, con orgoglio tifiamo per i colori , ma osserviamo a debita distanza il contorno. Detto ciò oggi, bisogna dirsi la verità: la situazione è ai limiti del collasso….e caserta non merita i sanguisughe.

La FIGC ha inasprito ulteriormente i criteri per l’iscrizione alla Serie C, dopo i disastri causati nel girone meridionale dai fallimenti di Taranto e Turris, che hanno falsato l’intero torneo.

Il termine è fissato: 6 giugno.
Molto anticipato rispetto al passato, è la data entro cui tutto dev’essere in regola per garantire alla Casertana l’iscrizione alla terza serie.

Servono ricapitalizzazione e una solida fideiussione: sul tavolo ci vogliono 1,5 milioni di euro. Una cifra pesantissima, che Giuseppe D’Agostino, presidente spesso criticato ma oggettivamente l’unico ad aver mantenuto in vita il calcio professionistico a Caserta negli ultimi anni, non può più sostenere da solo.
E non si può continuare a chiedergli sacrifici senza una rete di supporto. Si sperava che l’operazione stadio che abbiamo sempre sostenuto affinchè potesse garantire stabilità economica e ambizioni più alte, ma quello che si sospettava, mettendosi anche contro una fettina della tifoseria e oggi i nodi vengono al pettine e le cose si sono complicate.

Ecco il punto critico: Antonio Ciuffarella.
L’imprenditore ciociaro, che si era presentato come un mecenate pronto a portare la Casertana in Serie B, sta ora inceppando l’intero meccanismo costruito negli ultimi mesi.

Il Consorzio Conpat ha dato disponibilità a costruire il nuovo stadio, ma ha chiarito che considera l’operazione un investimento immobiliare. La Casertana, titolare del 19% della società “Caserta Stadium”, potrebbe trarne vantaggio solo tra 2, 3 o 4 anni, quando (e se) i lavori saranno ultimati.

L’accordo prevedeva che Conpat subentrasse a Ciuffarella nel 66% di Caserta Stadium. In cambio, l’imprenditore ciociaro avrebbe ricevuto 1,2 milioni, rateizzati, accettando di lasciare una quota di 4-500 mila euro alla società sportiva per garantirne l’immediata sopravvivenza.

Ma ora Ciuffarella vuole tutto e subito. Niente rate. Nessuna apertura.
Così facendo, D’Agostino si ritrova di nuovo da solo a dover coprire tutto l’esborso, con la sola speranza futura di rientrare dalle spese grazie allo stadio.

Il rischio è concreto e imminente:
Se la situazione non cambia, il 6 giugno la Casertana non si iscriverà alla Serie C.
E non solo: verrebbe cancellata dai campionati professionistici, bloccando anche il progetto dello stadio. Un effetto domino devastante.

Nelle prossime ore è atteso un comunicato ufficiale di D’Agostino. Ma l’atteggiamento di Ciuffarella resta incomprensibile. Promesse da Serie B, comportamenti da liquidatore. E ora il destino della Casertana è appeso a un filo.

  
     
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