Una Vittoria per la Legalità o un Pseudo Successo?
CASTEL VOLTURNO – È una notizia che, al primo impatto, potrebbe sembrare una vittoria per la legalità: il parcheggio del clan che, negli ultimi anni, è stato oggetto di numerosi sospetti e segnalazioni, è stato finalmente bloccato dalla Sovrintendenza. Ma la domanda che tutti si pongono è: quanto è stato fatto realmente per liberare Castel Volturno dalla morsa della criminalità organizzata?
La decisione della Sovrintendenza di fermare i lavori in una zona che, storicamente, è stata utilizzata come punto di affari illeciti non può che suscitare un’ondata di reazioni contrastanti. Se da un lato c’è chi si congratula per il blocco dell’ennesimo progetto che, sotto la facciata di un investimento “legale”, nascondeva legami con le mafie locali, dall’altro c’è chi si interroga sulla tempistica e sulla reale portata di un’azione che arriva troppo tardi, dopo anni di attività illecite documentate e denunciate.
Il parcheggio in questione, situato in una delle zone più vulnerabili di Castel Volturno, sarebbe stato progettato, secondo le indagini della polizia, come una copertura per gli affari dei clan locali. Un’area in cui, evidentemente, le forze dell’ordine, le istituzioni locali e persino la Sovrintendenza hanno faticato a intervenire, nonostante i numerosi allarmi lanciati dalla comunità.
La Domanda che Rimane: Perché è stato necessario arrivare a questo punto? Perché la Sovrintendenza ha agito solo ora, quando il parcheggio è ormai costruito e pronto ad entrare in funzione? La legalità vince, ma con quale tempismo?
Eppure, dietro il blocco di questa operazione, non si può nascondere una realtà più amara: la presenza dei clan sul territorio non è un fenomeno che si ferma con la chiusura di un singolo parcheggio. Sono anni che il clan e la criminalità organizzata dominano incontrastati in molte zone del comune. E se una struttura è stata fermata, quante altre operazioni illecite sono in corso? Quante altre attività legate alla criminalità stanno prosperando proprio sotto gli occhi delle istituzioni?
La Sovrintendenza ha il merito di aver posto un freno a un progetto che rischiava di essere una nuova fonte di guadagno per la malavita, ma la domanda è se sia sufficiente a liberare Castel Volturno dalla morsa dei clan.
La battaglia per la legalità è solo all’inizio. Quello che servirebbe ora è un’azione coordinata, concreta, che vada oltre il blocco di una singola iniziativa e che affronti davvero la radice del problema: l’impronta mafiosa che condiziona tutti gli aspetti della vita sociale, economica e politica della città.
La speranza è che questo intervento segni l’inizio di una vera lotta alla criminalità organizzata, e non un semplice “colpo di scena” mediatico destinato a svanire nel nulla.
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