Reggia, travertino sfasciato e silenzi d’autore. La solita storia: la bellezza cade, nessuno la regge.
CASERTA – Camorristi, e mo’ pure la Reggia si prende gli schiaffi, e nessuno dice niente.
Questa mattina, 6 giugno, mentre ancora il Parco Reale dormiva beato, un operaio della ditta Edilsaf ha avuto un malore mentre guidava un mezzo d’opera. E il mezzo, giustamente, ha pensato bene di proseguire da solo – dritto dritto contro la balaustra della fontana di Eolo.
Eolo, spirito del vento, ha tirato un sospiro profondo… ma non è bastato a salvare il travertino.
Ora: grazie a Dio, l’operaio sta bene. È stato soccorso, portato all’ospedale, dimesso. E questo è l’importante.
Ma intanto un pezzo di patrimonio UNESCO è finito a terra come un palazzo senza condono.
Un guerriero indignato afferma: chi controlla, chi coordina, chi protegge questo tesoro nazionale?
Ci vogliono più guardiani e meno conferenze stampa, più manutenzione vera e meno inaugurazioni con lo spumante.
I restauratori sono arrivati sul posto.
Bravi, grazie. Però, mo’ tocca restaurare pure la fiducia dei cittadini, che ogni volta che sentono “Reggia di Caserta” tremano, perché non sanno se stanno per leggere una notizia di cultura o di disastro.
E poi: l’area danneggiata è stata transennata. Meno male. Ma per ogni transenna c’è un’assenza, e quella dell’organizzazione seria si sente tutta.
Casertani, questa è la Reggia Vanvitelliana, non un cantiere qualsiasi. È l’anima di questa città, non un fondale di cartapesta.
E allora lo dico forte, come sempre: la bellezza va difesa ogni giorno, non solo il 2 giugno per la parata.
E se serve, io lì ci vado con la corazza.
A difendere i marmi, i giardini, le fontane.
Perché la Reggia è del popolo. E il popolo non ci deve sbattere sopra.
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